Leggiamo con stupore il comunicato che la LIPU, organizzazione di livello nazionale, ha recentemente diramato per esprimere il suo timore per le opere di manutenzione che l’Università Agraria sta svolgendo, come di competenza, nel territorio civitavecchiese. Ci meraviglia ancora di più che la nobile associazione valuti dei comuni lavori agrari come una “minaccia” non si sa a che cosa.
Ci verrebbe spontaneo chiedere a chi rappresenta la LIPU nel nostro territorio dove questi fosse quando è stato presentato il nostro progetto di manutenzione e valorizzazione di un uliveto secolare, e dove fosse quando la Regione Lazio, dopo regolare istruttoria, lo ha approvato. Ma sarebbe ancora più suggestivo conoscere quale sia stata la posizione di LIPU rispetto ai lavori, quelli sì ingenti e trasformativi, del cosiddetto progetto LIFE Val.Ma.Co. 2000 (Valle del Marangone), cofinanziato UE/Agraria e ultimato nel 2013/14.
L’interesse e il garantismo a giorni alterni spesso è strumentale e tende a celare interessi non condivisibili e non vorremmo si trattasse proprio della ulteriore manifestazione di questo triste fenomeno. Ci sembra che la LIPU, almeno nel nostro territorio, abbia più a cuore la politica che l’ambiente.
Anche perché quando abbiamo denunciato e chiesto un pubblico accertamento sulle cause della moria di querce e quercioli nei boschi sulle colline civitavecchiesi nessuno, nemmeno la LIPU, ha risposto al nostro appello a salvaguardia dell’ambiente.
Vorremmo tranquillizzare comunque la LIPU sul fatto che i lavori eseguiti e da terminare non riguardano un bosco. Quando c’è un chiaro impianto artificiale all’origine, e qui si tratta di un oliveto secolare o ultra secolare, non si rientra a pieno nella definizione di bosco che deve, invece, essere considerato quale sistema complesso naturale capace di autorigenerarsi.
Ora ogni discorso riteniamo sia inutile e tardivo.
così in una nota l’Università Agraria di Civitavecchia