La stampa locale ha nei giorni scorsi sommerso la Città di Civitavecchia con dichiarazioni della LIPU che non corrispondono a verità ma piuttosto dimostrano come quella che una volta era una nobile associazione che si interessava, con impegno, all’ambiente sia diventata un’unione di politicanti senza voce né ragione, anzi anche piuttosto bugiardi.
La tecnica è sempre la stessa, ci si riempie la bocca di paroloni, si fanno riferimenti a Leggi e norme speciali senza mai entrare nello specifico, ragionando su iperboli e quindi dando l’impressione che quanto si vuole dimostrare sia dimostrabile e non il frutto della solita strumentale panzana.
Qualche esempio lo facciamo noi. La LIPU parla di “taglio a raso” ben sapendo che sia la legge Regionale Forestale che il Regolamento Regionale forestale vietano di tagliare i boschi con un “taglio a raso” e per questa ragione questa tecnica non è scritta né può essere scritta in nessun punto del Piano di Gestione Forestale mentre strumentalmente e in maniera diffamatoria loro questo sostengono.
Il Piano, e quindi anche gli interventi di taglio, sono stati approvati dalla Regione Lazio che ha redatto la norma Forestale e quindi dall’Ufficio Area Pianificazione Forestale e dalla Direzione Regionale Capitale Naturale Parchi e Aree Protette, nello specifico dall’ Area Valutazione di incidenza.
Lo stesso Piano è stato valutato anche dalla Città Metropolitana Servizio Geologico e difesa del suolo. Inoltre, data la presenza dei vincoli, ha espresso parere favorevole anche la Sovraintendenza per i Beni Archeologici e Paesaggistici.
Dopo questi pareri tecnici e normativi, tutti espressi erroneamente secondo la LIPU, è stata approvata la pianificazione del PGAF e i tagli boschivi contestati dai maggiori enti preposti alla verifica ed alla tutela del territorio sia per gli aspetti naturalistici che ambientali e forestali. Pertanto, non si comprende perché tutti questi enti debbano approvare uno “scempio” o un danno per l’ambiente, secondo l’opinione della Lipu.
Nello specifico poi delle sezioni al taglio denominate “La Castellina” e “Macchia del Semaforo”, il progetto prevede un taglio ceduo con rilascio di piante in piedi prevedendo un numero più del doppio di quello di concesso per legge e quindi con una maggiore tutela del territorio.
E’ quindi evidentemente falso quanto pubblicato dalla LIPU, nessun taglio raso è stato approvato e nessun taglio raso può essere approvato per ragioni legali. Le superfici boscate saranno soggette ad un taglio di utilizzazione forestale ordinario secondo la norma vigente e maggiore del minimo consentito sarà l’attenzione al rilascio delle piante, con gli stessi interventi valutati attentamente ed approvati da tutti gli enti preposti alla tutela del territorio.
Quanto espresso la dice lunga sulla malafede della LIPU che, ingannando i cittadini, li strumentalizza per fini propri e politici. Tocca a noi quindi informare i cittadini e anche quelli che vogliono manifestare dell’ inganno di cui sono vittime.
Bisogna anche aggiungere che lo stesso progetto contestato dalla LIPU prevede che le aree denominate Fosso dell’Oro, Monte Paradiso, Buche della Madonna, Infernaccio e Puntone della Molaccia sono state destinate a bosco con funzione protettiva naturalistica, ben 129 ettari con un vincolo che li garantisce per il futuro mentre quelli oggetto di contestazione sono soltanto 30 ettari nei quali il taglio ha una funzione sia produttiva che di difesa fitosanitaria. Questo la LIPU lo dimentica, non lo racconta con la stessa forza usata per propagare falsità, come non dice che il taglio eseguito era su porzioni fortemente malate di vegetazione, allo scopo di evitare il diffondersi endemico di patologie senza impiegare sostanze chimiche. Falsità diffuse ad arte da chi non ha a cuore la natura e l’ecosistema ma solo interessi politici da tutelare.
così in una nota l’Università Agraria di Civitavecchia