Comprendiamo la tattica di Porrello, peraltro uomo di poca fantasia: fare cagnara con la fuffa in casa di altri per evitare che chi di dovere metta il naso in casa propria. Banale, elementare, superficiale. Porrello afferma che si voterà ad ottobre nelle consultazioni amministrative nazionali: la data non è ancora stata fissata e stavolta la colpa non è dell’Università Agraria di Civitavecchia ma del Parlamento che deve ratificare un decreto legge ormai prossimo alla scadenza.
Porrello dice che il regolamento elettorale poteva essere aggiornato nei cinque anni precedenti: l’Università Agraria di Civitavecchia è stata la prima Università Agraria del comprensorio ad adeguare il suo statuto alla nuova normativa compiendo a fine 2018 senza indugio, con fatica, sacrificio e numerose azioni amministrative, il salto da Ente pubblico ad Associazione di diritto privato e, questo grande lavoro, rifiutato da altri Enti, ha comportato una riforma strutturale della quale soltanto adesso si iniziano a cogliere i benefici. Porrello afferma che cinque consiglieri si sono dimessi, ma uno di questi è stato dichiarato decaduto ed ha continuato a svolgere la sua attività nel consiglio pur sapendo di non poterlo fare.
Sarebbero questi i difensori della legalità? Fa bene Porrello a depositare interrogazioni e diffide nel suo stesso Ufficio di presidenza in modo tale da distogliere il suo stesso Ufficio dal fare altre cose che oggi, come leggiamo sui giornali, sarebbero veramente urgenti, che dovrebbero essere portate a conoscenza di tutti i cittadini e contribuenti italiani. Una cosa che Devid Porrello sa benissimo è che abbiamo passato anni interi a compiere un’operazione di due diligence importantissima, che ci ha consentito di togliere tanta polvere da sotto i tappeti dell’Università Agraria: il vero motivo che spinge gli ex amministratori dell’ente ad adottare strumenti di disturbo e a trovare alleanze per colpire l’attuale compagine di governo. Noi che siamo abituati ai fatti e non alle chiacchiere attendiamo con rispetto la decisione irrevocabile del consigliere Devid Porrello, quella che farà prevalere il suo senso dell’onore sulle molle che lo hanno spinto nella sua attività politica: la convenienza. Si dimetta lei, caro vice presidente del Consiglio regionale del Lazio, e sottolineiamo carissimo.
Dichiarazione di Daniele De Paolis,
Presidente dell’Università Agraria di Civitavecchia