Ancora una volta è la Magistratura a dover certificare la bontà delle azioni intraprese dall’Università Agraria di Civitavecchia ed a sottolineare come anche le autorità amministrative locali e regionali non siano mai celeri quando si tratti di decidere qualcosa in favore di chi si impegna quotidianamente nella difesa dei beni della collettività civitavecchiese.

La decisione recentemente notificata ha per oggetto il PGAF, quel piano di gestione agricola e forestale che doveva avere durata decennale a partire dal 2020, è stato approvato dalla Regione Lazio e da tutti gli Enti coinvolti nei processi decisionali, ispettivi ed attuativi ed invece, nel momento della sua realizzazione operativa, è stato sospeso ed accantonato. Tutto avvenuto sulla spinta di qualche arruffapopolo e dei soliti maestri del NO che imperversano, spalleggiati da chi a questa Università Agraria contesta l’incontestabile al solo scopo di fermare l’onda di riforma amministrativa e gestionale che sta dando frutti importanti, ormai sotto gli occhi di tutti.

E proprio l’inerzia e l’inedia in primis da parte della Regione Lazio ha fatto si che la sospensione delle attività di bonifica intraprese dall’Università Agraria andasse oltre ogni ragionevole previsione legale e quindi sia stata sonoramente bocciata proprio dalla Magistratura amministrativa.

Il TAR del Lazio ha accolto quindi le doglianze di questa Università Agraria nella parte in cui gli Enti interessati al procedimento di gestione del patrimonio naturale sono rimasti inerti, benché sollecitati più volte, ed hanno gestito il riesame del provvedimento di sospensione in maniera poco aderente al dettato normativo.