In merito alla sentenza recentemente depositata dal Commissario Usi Civici in Roma e subito strumentalizzata da chi ha più interesse a fare cagnara che tutelare gli interessi dei cittadini civitavecchiesi, questa Università Agraria rileva che, in contraddizione con quanto sinora era stato statuito in precedenti sentenze dal medesimo Commissario sul punto relativo alle spese di giudizio, che erano state compensate, l’Università Agraria, questa volta, è stata condannata a rifonderle alla Regione Lazio e al Comune di Civitavecchia, benché sia stato sempre riconosciuto dallo stesso Commissario, nelle cause relative alla tenuta delle Mortelle, che i due Enti pubblici territoriali in questione non abbiano propri diritti da tutelare e non vantino che un generico interesse all’accertamento giurisdizionale della qualitas soli ai fini dell’esercizio delle funzioni amministrative ad essi rispettivamente spettanti, non essendo quindi neppure configurabile una vera e propria soccombenza nei loro riguardi, senza considerare poi che l’Ente agrario è tenuto, per legge e per statuto, a tutelare in ogni sede le ragioni della collettività civica.
Nel merito della causa, la motivazione della sentenza, come già quelle delle sentenze precedenti, mostra una pedissequa adesione alle conclusioni della consulenza tecnica d’ufficio e non tiene in alcun conto, nulla osservando riguardo ad esse, le argomentazioni della difesa universitaria, che richiamano normativa dello Stato pontificio, precedenti giurisprudenziali e documentazione archivistica menzionata nella stessa consulenza tecnica d’ufficio e in altre precedenti.
Tali rilievi saranno articolati nei motivi di doglianza che saranno proposti con l’appello che questa Università Agraria proporrà avverso la sentenza commissariale di cui si tratta.