A Civitavecchia c’è un Comitato Usi Civici che è nato per ragioni elettorali, non ha a cuore il benessere dei cittadini e diffonde notizie inesatte o addirittura inventate semplicemente per far parlare di sé, riempire i giornali e agitare la cittadinanza. Anche perché non si capisce, se avesse titolo a contraddire, perché non si muova nelle sedi legittime ed opportune ma preferisca fare cagnara con improbabili teorie e diffamazioni fabbricate in serie, come fa anche qualcun’ altro che diffonde notizie approssimative ed incerte su richieste di rimborsi di cui non si trova traccia negli atti dell’Università Agraria.
Chi avesse titolo o volesse aver certezza di eventuali diritti, deve rivolgersi esclusivamente all’Ente non ad altri. Detto quanto sopra, chiariamo che la delibera n. 31 del 29 giugno è una proposta, che va a favore dei cittadini, avanzata alla Regione Lazio abilitata a emanare un Disegno di Legge per affrontare in modo risolutivo una problematica che si prospetta senza fine.
E quanto proposto non è, come il Comitato afferma, per lucrare e vendere a prezzi di mercato, peraltro mai imposti, ma per risolvere il problema di molti cittadini che attualmente possono liberare i propri immobili solo con la conciliazione, il cui costo è oneroso non per il valore dell’indennità di conciliazione in sé ma per le spese accessorie e di rito e non per l’indennizzo di conciliazione. Se la Politica accoglierà la proposta di Legge questi costi non ci saranno più. Il Comitato è evidentemente contrario a far risparmiare i cittadini ma gli stessi cittadini ancora non lo hanno ben capito.
Se gli usi Civici ci sono o non ci sono non lo può stabilire il Comitato Usi Civici, come non lo stabiliscono coloro che già da tempo, prima che venissero conferite consulenze tecniche d’ufficio o nuove cartografie, affermavano che tutto era libero. E’ subdolo esercitare pressioni, ad ogni livello istituzionale e politico, pressioni mai interrotte, per ottenere ragione a discapito della collettività. L’Università Agraria di Civitavecchia ha percorso invece sempre un unico modello, rigoroso, quello giuridico e amministrativo, come da sempre gli attuali amministratori, svincolati dalla politica e in piena trasparenza, stanno percorrendo. Il Comitato che contesta questo percorso, quindi, contesta anche la legalità e la trasparenza e ritiene che l’unica strada percorribile sia quella delle indebite pressioni politiche, anche questo all’insaputa dei cittadini. Come il Comitato stesso non ha ancora ben compreso che le certificazioni in materia di usi civici sono rilasciate dall’Amministrazione comunale, sempre indenne da critiche, mentre l’Università può rilasciare e rilascia solo attestazioni, sulla base delle perizie giurate depositate agli atti. Non è una differenza di poco conto ma evidenziarla manderebbe ogni ragionamento del Comitato a sbattere contro il muro della logica e della giustizia, due concetti che al Comitato non fanno comodo.
Ricordiamo al Comitato e alla cittadinanza le iniziative adottate nel 2019 da questa Università per indire una conferenza dei servizi tra Comune, Stato, Regione e Università per arrivare ad una soluzione condivisa. Ricordiamo che quella conferenza, della cui convocazione prevista per il giorno 4 ottobre 2019 si fece carico il Sindaco Tedesco, non fu mai convocata forse grazie ai suggerimenti di qualche consigliere comunale “sirena”.
Non è un mistero che qualche politico, già dall’aprile 2019, anticipava gli stessi giudizi che il Commissario Usi Civici avrebbe pronunciato nell’udienza di maggio 2019. Non è ugualmente un mistero che pressioni continue, da politici e organi istituzionali, siano state esercitate sugli amministratori per definire la questione in modo “bonario” e irresponsabile. E il Comitato diffonde la voce che i Consulenti nominati dal Commissario Usi Civici compreso l’eccelso Petronio “confermeranno che gli Usi Civici non ci sono”. Chi ha letto le perizie d’ufficio fotocopia ed ha opposto con debita relazione e disamina degli argomenti, ricca di rilievi e obiezioni, non ha avuto riscontro dai vari consulenti d’ufficio. Tutto fa comprendere che si è voluto premere artificiosamente per una manovra “concordata” a diversi livelli.
Falsità ripetute più volte non fanno una verità: è falso, ad esempio, affermare che vogliamo invalidare i processi. In Cassazione abbiamo chiesto semplicemente quell’atto tipico riservato appunto alla Suprema Corte che si chiama regolamento di giurisdizione e che tende ad ottenere l’indicazione del giudice naturale precostituito per legge. Questo è un diritto della collettività civitavecchiese esercitato per il tramite dell’Università Agraria. Chi si oppone all’esercizio dei diritti è il Comitato degli Usi Civici. I cittadini non lo hanno ancora capito bene ma lo faranno presto.
Dichiarazione di Daniele De Paolis, Presidente dell’Università Agraria di Civitavecchia